DOMENICA 13 OTTOBRE 2024
LUNGO LE STRADE BIANCHE DEL MONDIALE GRAVEL ’23, ALL’ INTERNO DEL PATRIMONIO UNESCO DELLE COLLINE DEL PROSECCO
Quattro percorsi per farvi vivere quattro meravigliosi itinerari disegnati tra le più belle strade bianche della Marca Trevigiana, regalandovi esperienze uniche, dove la vera sfida sarà godersi il viaggio fra magnifici boschi secolari, castelli medievali, vigneti arroccati sulle colline, piccoli borghi che nascondono le suggestioni di un tempo passato.
Ogni percorso riserverà uno scenario fantastico dove il piacere del pedalare mitigherà la dolce fatica nel conquistare le varie salite sparse lungo il percorso.
Ogni rampa lungo le strade bianche riserverà panorami fra dolci colline perfettamente disegnate con i filari dei vigneti e vedute che ci ricordano come Marca Bianca sia una grande esperienza sensoriale collegata alle eccellenze del territorio.
La base logistica con partenza e arrivo è fissata a Pieve di Soligo, sede del Campionato del Mondo Gravel 2023. Per la sua felice posizione geografica viene definita “la perla del Quartier del Piave”. Il capoluogo e le due frazioni di Solighetto e Barbisano, offrono scorci paesaggistici e bellezze architettoniche davvero interessanti. Il suo centro è caratterizzato dalla presenza di alcuni interessanti edifici: la seicentesca villa Chisini-Daniotti, i coevi palazzo Ciassi e Morona, con la chiesetta barocca della Madonna del Carmine, palazzo Balbi Valier, del XIX secolo e l’adiacente Borgo Stolfi.
La prima parte del percorso si sviluppa fra le pianeggianti e bellissime strade sterrate del Patean e i Palù, un’ampia superficie agraria che si estende da Colbertaldo a Falzé, lasciando a sud i villaggi di Mosnigo, di Moriago e di Sernaglia e a nord quelli di Col San Martino e di Farra di Soligo. Rimane un eccezionale documento di un ambiente dove l’uomo ha cercato di soddisfare via via necessità di ordine economico e logistico ed ha espresso la sua capacità di usare tutte le risorse ambientali a sua disposizione.
L’area racchiude, entro recinti di natura vegetale, querce, ontani, salici, platani e pioppi allo stato arboreo e arbustivo, che formano una maglia di prati attraversati da corsi d’acqua pensile a regime torrentizio, il Farra, il Garda. È un esempio, unico nel suo genere in Italia, di parco naturale e viene comunemente indicato con il nome di ‘campi chiusi’.
Abitati fin dal periodo Neolitico con una serie di insediamenti a carattere pastorale, al tempo dei romani anche il Quartier del Piave diventò oggetto di una centuriazione. Con le invasioni barbariche le popolazioni locali si rifugiarono o sui colli o all’interno dei Palù, dove le persone potevano difendersi e sopravvivere. Un’atmosfera di maggior tranquillità fu introdotta dal Comune Medievale quando verso il 1300 vennero dapprima chiamati i benedettini ad abitare all’abbazia di S. Bona, poi arrivarono i Cistercensi ed i Camaldolesi che conoscevano le tecniche di bonifica dei suoli.
Lasciato Moriago, entriamo in un luogo della Memoria, sulla sponda del fiume Piave, dove durante gli ultimi giorni di ottobre 1918, si sviluppò l’offensiva della Battaglia della Vittoria guidata dagli Arditi e che portò alla fine della Grande Guerra. Sacrificarono la vita migliaia di giovanissimi soldati, i diciannovenni Ragazzi del ’99. Il nome di questo luogo, Isola dei Morti, ora meraviglioso giardino lungo il Piave, è dovuto al fatto che tutto il terreno era ricoperto di soldati caduti in battaglia e i commilitoni avanzando dovettero farsi largo in quello spettrale scenario.
A Vidor, incominciamo ad affrontare le prime strade bianche che si sviluppano lungo i profili altimetrici delle Colline del Prosecco, da poco diventate patrimonio mondiale dell’UNESCO. Sono uno dei territori vitati più straordinari del mondo, colline che si stendono tra la grande pianura veneta e le Dolomiti, zona di vigneti e cantine, gente laboriosa e bottiglie che hanno fatto e fanno sognare il mondo.
Culla di questa terra è sicuramente Valdobbiadene, dove gusto e bellezza si fondono magistralmente, incoraggiando i ciclo turisti a scoprire i tesori culturali, a gustare la cucina locale, e a vivere da protagonisti il territorio. Ogni stagione riserva deliziose sorprese, procurando a tutti i sensi soddisfazioni sempre rinnovate: paesaggi d’incanto che si tingono di nuovi colori, prodotti genuini a insaporire i piatti.
Gli sterrati pianeggianti, lasciano ora spazio alle prime, anche aspre salite che si sviluppano lungo le rive delle colline. Col Piander, Le Serre, Tenade e Collagù saranno sicuramente quattro ambiti traguardi da raggiungere, ma la fatica sarà ampliamente ripagata dalle bellezze naturalistica che ci circonda, con orizzonti che arrivano, nelle giornate limpide, fino alla laguna di Venezia.
In Località Soligo, i percorsi K50 eK90 faranno rientro verso Pieve di Soligo, mentre i percorsi K130 e K180 punteranno verso la Valsana. Prima sorpresa lungo il tragitto, una delle immagini più iconiche e suggestive della Marca Trevigiana, il Molinetto della Croda. Caratteristico esempio di architettura rurale del secolo XVII, l’edificio fu costruito a più riprese e nei suoi quasi quattro secoli di storia ha ispirato artisti e incantato migliaia di visitatori. Le fondazioni della primitiva costruzione poggiano sulla nuda roccia, appunto la “croda” della montagna. Il vecchio mulino, simbolo di una civiltà rurale in via di estinzione sotto l’incalzare della civiltà industriale, macinò l’ultima farina nel 1953.
Dopo Arfanta e il crinale di Resera con i borghi di Zuel, si entra in Valsana, una piacevole scoperta per il cicloturista. Un insieme di strade sterrate che corrono lungo la vallata, chiuse totalmente o parzialmente alle auto, ci porteranno attraverso vigneti, prati e boschi, assaporando la tranquillità e la bellezza dei luoghi, ai Laghi di Revine. Due borghi, classificati come “i più belli d’Italia”, sono meritevoli di una sosta: Follina, attivo borgo turistico e vivace centro artigiano, con l’abbazia di Santa Maria, antico monastero cistercense e importante snodo culturale, in una zona di mulini per macine e lanifici. Cison di Valmarino, antico centro politico e amministrativo della contea di Valmareno, sorvegliato dal castello Brandolini, complesso fortificato di epoca caminese (XII secolo), che presenta l’elegante facciata da dimora patrizia veneta, con bifore e trifore a doppio ordine. Su piazza Roma si affacciano il palazzo Barbi, villa veneta ora sede del Comune, e la Loggia, costruita a metà Seicento per ospitarvi il tribunale, e oggi teatro.
Da Vittorio Veneto a Conegliano si sviluppa la Strada del Prosecco, che è stata la Prima Strada del Vino riconosciuta in Italia, nel 1966. Si snoda tra le colline trevigiane che partono da Vittorio Veneto e arrivano fino a Valdobbiadene, toccando a sud la cittadina di Conegliano. Lungo il nostro percorso incontreremo vigneti con un aspetto un po’ particolare se confrontato ad altre zone vinicole collinari presenti in Italia. Qui, infatti, i filari sono disposti a raggiera e sembrano letteralmente abbracciare la collina, creando un ricamo intrecciato visibile dall’alto. Un paesaggio unico e spettacolare. I balconi panoramici saranno dietro ad ogni curva, da Nogarolo a Formeniga, dalle Mire a Borgo Antico alternandosi ai luoghi di devozione, storia e cultura. La Pieve di San Pietro di Feletto, splendida opera di epoca longobarda, fu eretta intorno all’anno mille ma già fin dal VII e VIII secolo rappresentava il luogo di incontro dei fedeli che affluivano per le numerose funzioni religiose.
Venivano soprattutto per il battesimo, infatti la Pieve infatti era l’unica Chiesa ad avere il privilegio di possedere il fonte battesimale. Il Castello di San Salvatore a Susegana, è l’emblema inconfondibile del panorama trevigiano, che domina incontrastato da ben otto secoli la pianura fino a Venezia. Inespugnabile fortezza in età medievale, elegante dimora signorile nel Rinascimento, vivace salotto letterario ed artistico di risonanza europea: ecclettico nella forma e nell’anima, oggi come allora è luogo speciale e cornice preziosa di eventi memorabili.
E come si sa, l’appetito vien … pedalando. Allora siete nel posto giusto, perché quest’angolo di Veneto è terra di vino ma anche di buona tavola. All’arrivo, tutti i partecipanti ed accompagnatori saranno attesi da una specialità locale, lo spiedo gigante. Un ottimo piatto di carni cotte allo spiedo, da farsi servire ben calde e croccanti, da accompagnare con un buon piatto di polenta, è l’ennesima meraviglia delle terre del Prosecco.
Tra vigneti e romanticismo, buon vino e storia, cucina d’autore e ospitalità all’italiana, possibilità di pernottamento all’insegna del relax, della cultura e dello sport … questa à Marca Bianca !!!
Non vi rimane che iscrivervi.